Aromaterapia aromacosmesi oli essenziali generalità

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Gli oli essenziali sono presenti in molte piante dalle quali si estraggono con diversi metodi. Definiti anche “oli volatili”, hanno capacità di evaporare e quindi vanno conservati con estrema cura in flaconi specifici a chiusura ermetica.

Hanno anche capacità solvente perciò occorre scegliere un contenitore che non si sciolga (letteralmente) a contatto con le essenze stesse, tanto per darvi un’idea. Il vetro (e solo vetro) che deve contenerli è quello farmacologico, cioè marrone scuro. Serve a proteggere le preziose essenze dall’azione ossidante della luce. Come consiglio sempre, è bene tenerli al chiuso, dentro un armadietto, possibilmente nella loro scatola (se ce l’hanno), e lontano da fonti di calore.

La struttura chimica degli oli essenziali è complessa: formati da aldeidi, terpeni, chetoni, alcoli, esteri, degradano con facilità estrema. Sono anche infiammabili. Provate a spremere una buccia d’arancia, percepirete al tatto una sostanza untuosa. Quello è olio essenziale. Provate ad accendere un fiammifero vicino alla buccia, strizzandola, noterete l’olio che fuoriesce, bruciandosi.

Le essenze di derivazione sintetica non hanno alcuna azione, quindi il primo consiglio è di evitarle. Sono soldi sprecati, e probabilmente contengono anche derivati tossici. Avete presente quelle che si usano coi bruciatori per profumare l’ambiente? Studi recenti ne parlano come coacervo di sostanze anche a forte sospetto di cancerogenicità.

Per garantire la purezza degli oli essenziali occorre verificare la provenienza delle piante. In commercio esistono validissimi marchi che seguono i protocolli imposti per le coltivazioni biologiche. Non faccio nomi, chi fosse interessato chieda in privato.

Le essenze si possono mescolare fra loro a formare, di volta in volta, un mix personalizzato, basato sulle reali esigenze del soggetto da trattare.

L’aromaterapia (si intende nel caso di assunzione orale) segue rigidi protocolli, e va somministrata SOLO da medici esperti. L’azione degli oli essenziali assunti per via orale, infatti, è potentissima e può dar luogo a importanti effetti collaterali da tenere in assoluta considerazione.

Un esempio che vi porgo è dato da un gruppo di essenze note per avere azione stimolante sul sistema nervoso neurovegetativo. Immaginate, in caso di gravidanza, l’assunzione di una di queste essenze: la motilità della muscolatura liscia viene stimolata, producendo contrazioni anche a livello del tessuto uterino, e provocando, in certi casi, anche l’aborto. In certi casi questi effetti si possono produrre anche con l’uso topico. Studi dimostrano che già dopo 20 minuti dall’applicazione di un olio essenziale sulla pelle, se ne trovano tracce nell’urina. Segno, questo, che l’essenza ha raggiunto il sistema circolatorio.

Dalla distillazione delle essenze si ricava un sottoprodotto dalle caratteristiche molto interessanti: l’acqua aromatica, contenente alcuni dei principi attivi tipici dell’essenza.
L’azione spiccata, comune praticamente a tutti, è quella antibatterica e antimicotica, pur avendo alcuni oli migliore attività su determinati gruppi patogeni. Nota è infatti l’azione antifungina di timo, tea tree, limone.

Molti profumi spacciati per “terapeutici” altro non sono che un coacervo di sostanze sintetiche. Una vera azione terapeutica o cosmetica si ottiene solo con oli puri e estratti da piante. Spesso si trovano miscelati in creme contenenti sostanze che invece “uccidono” gli oli essenziali.

Il modo migliore per sfruttarne le caratteristiche è solo uno: usarli tal quali, opportunamente miscelati in oli vegetali, e in preparazione estemporanea. Per l’assunzione orale, i medici (e solo loro possono prescriverli) consigliano la diluizione in poca acqua, o su un cucchiaino di zucchero, o per via sublinguale.

Per estrarre gli oli essenziali sono necessarie quantità di vegetali impressionanti: ad esempio, per ricavare 3 kg di essenza di eucalipto servono ben 100 kg di foglie. Per il ginepro, su 100 kg di pianta si ricavano da 500 grammi a 1,2 kg di essenza. Tali differenze si riscontrano secondo il periodo della raccolta delle piante stesse. Ognuna presenta maggiore o minore quantità di olio essenziale dipendente proprio dalla stagione, o dal tipo di terreno, o anche dal tipo di coltivazione.
Faccio grande uso di oli essenziali sia sul lavoro che personalmente. In casa come in cabina non mancano le essenze, che miscelo secondo necessità. Il caso più eclatante fu quando a causa di una fastidiosa allergia da contatto con sostanze chimiche accusai delle terribili irritazioni cutanee, e nessun farmaco era di aiuto. Provvidi a creare il mio mix personalizzato, diluito in olio di jojoba (sebo simile) e nel giro di una settimana limone, lavanda, tea tree mi salvarono letteralmente la pelle.

Il consiglio è di dire al venditore (sia esso erborista o farmacista) che dovete assumerle per via orale. Forse questo vi può salvare da prodotti sintetici privi di qualsiasi azione benefica.
Non confondete quindi le essenze con quei flaconcini venduti per profumare l’ambiente.

I popoli antichi sapevano bene quanto utili fossero i rimedi vegetali. È proprio grazie alle loro osservazioni empiriche che molte delle sostanze attualmente usate, e studiate scientificamente per confermare le loro azioni, sono arrivate fino a noi.

Le erbe sono passate dal simbolismo religioso (molte delle cure passavano attraverso la terapia “sciamanica”) a un più concreto significato e utilizzo scientifico grazie agli studi condotti negli anni più recenti, e non di rado troviamo molti di questi principi attivi in farmaci di largo uso.

Pubblicato da vivereebenessere

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