Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri

Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri [Roma]

Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri
facciata esterna

Sono legata alla basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri per personalissimi motivi affettivi. Mia madre cantava, e una delle canzoni che meglio interpretava era “Madonna dell’angeli”, canzone struggente che vede protagonista questa basilica. Pur essendo scritta per un uomo, infondeva al brano una profondità interpretativa tale che non era raro vedere il pubblico piangere dalla commozione. Al suo funerale volli che uno fra i suoi amici, cantante anch’egli, gliela dedicasse durante la funzione. E’ stato un doloroso omaggio alla donna che ha contribuito alla crescita, in città, delle tradizioni romanesche insieme al Circolo Trilussa e all’Associazione Amici di Roma. Quindi, guai a chi mi tocca la basilica.
Ci vado abbastanza spesso, con un certo magone e nostalgia. L’ultima volta proprio poche settimane fa.

Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri
finestre e porzione del soffitto michelangiolesco

Appare di primo impatto l’estrema luminosità voluta proprio da Michelangelo Buonarroti, chiamato a riedificare la chiesa sulle rovine del più maestoso ed imponente impianto termale che Roma abbia mai avuto: le terme di Diocleziano. L’area su cui si estendevano era immensa, tanto che parti di mura le vediamo incastrate nei palazzi Umbertini vicini a Piazza della Repubblica (Piazza Esedra, per i romani). Uno, in particolare, circolare con a fianco l’ingresso di un’autorimessa nella parallela a Via Nazionale lato stazione Termini, tanto per dire.


“Madonna mia dell’angeli, 
in quella chiesa avanti Piazza Termini 
m’avete visto alegro ‘na matina…” 

Luminosa, dicevo. La basilica fu fortemente voluta da Antonio Lo Duca, sacerdote dedito al culto degli angeli (e qui sepolto). Chiese a 4 papi, e alla fine fu Pio IV ad accogliere la sua richiesta. Michelangelo, chiamato a progettarla nel 1561, vide immediatamente che c’era da “tirar fuori” qualcosa di unico. Gli ampi spazi, le altezze immani e i soffitti a volta creavano uno straordinario ambiente che lui, come risulta dalle cronache dell’epoca, vide nella sua mente già finito. Volle mantenere aspetto austero, senza arricchire ciò che potenzialmente lo era già, e a differenza di quanto si faceva all’epoca, volle per i soffitti il nulla, solo malta chiara, per far esplodere la luce dalle enormi finestre ricavate dagli archi delle antiche terme. E quel soffitto con alcuni architravi romani che sono posti a decoro nelle cappelle sono l’unica traccia che di Michelangelo è stata lasciata. E già solo questo merita una visita.

“E su tra mezzo all’angeli 
che v’arzano, o Madonna, insino a Dio, 
vedevo ride bello come ‘n angelo 
er pupo mio.” 

Realizzata nell’area dove anticamente si trovava il “tepidarium“, ma altri asseriscono il frigidarium“, mentre nella ricchissima documentazione video e fotografica si spiega che la basilica è stata realizzata anche sulla zona che vedeva la piscina. Il progetto prevedeva la semplicità, la luce e gli angeli a decoro delle cappelle, 7 a loro dedicate e 7 ai martiri.
Vi consiglio, per leggere in modo approfondito la genesi della basilica, il sito ad essa dedicato, che facciamo prima e meglio (clicca qui per il sito ufficiale). Michelangelo e il sacerdote morirono entrambi nel 1564. Della prosecuzione del progetto si occupò un allievo di Michelangelo, Jacopo Del Duca.

Il bello è che anche nelle zone laterali, dove la luce diurna sembrerebbe non poter arrivare, è tutto fulgido. L’unica zona meno vivida è quella dell’altare maggiore, che tra l’altro è transennato. Un cartello prega i visitatori di accedervi solo se intenzionati a dedicarsi alla preghiera.
L’esterno è spoglio, pare di entrare in antiche rovine romane. Non era questo il progetto originario di Michelangelo. Avrebbe voluto la facciata ricca di colonnati. Gli studiosi sono riusciti a risalire, sempre attraverso le cronache dell’epoca, al disegno per come avrebbe potuto essere (quello di Michelangelo è andato purtroppo perduto). Ma non è nemmeno quello che volle Vanvitelli, progetto anch’esso visibile nella documentazione che opportunamente è stata messa a disposizione dei visitatori in una cappella laterale, stavolta buia. E’ quella dedicata a Santa Teresa, ripulita dei fregi barocchi e riportata all’antico assetto romano. Qui riposano le spoglie di Antonio Lo Duca, peraltro. Vanvitelli mise mano al lavoro fatto da Michelangelo già modificato da altri, privandocene per sempre, tentando come poteva di ridare l’assetto michelangiolesco: non mise mano al soffitto, e meno male. “Imbarocchita”, con qualche fregio, si vede il tocco settecentesco qua e là.

Attualmente l’ingresso è spoglio, e circondato dalle cancellate che non permettono di accedere all’area circostante, quella dove sono stati mantenuti i ruderi delle terme spogliate anch’esse dai barbari e non solo. Erano diventate una specie di cava di materiale edilizio al quale attingere per realizzare altri edifici: hanno ripristinato le antiche mura romane, ma attorno alle agli archi delle porte di accesso hanno posizionato dei mattoncini troppo moderni, che sinceramente stonano di brutto col resto.

Si accede a una sala ovoidale, con cappelle dedicate ai santi, si passa attraverso una sorta di disimpegno ma già vediamo il rettangolo della basilica. E’ posizionata, idealmente, in modo da farci trovare sul lato più largo, con la cappella dedicata alla preghiera di fronte.

**LA MERIDIANA** 

Si è colpiti dalla presenza di quella che è ritenuta l’attrattiva della basilica, cioè una meridiana che taglia in diagonale il pavimento. Tutta transennata, tranne una parte protetta da una lastra credo in plexiglas, è semplicemente bellissima. Ogni disegno, ogni immagine che presenta merita un’attenta osservazione. Realizzata in marmi preziosi, si divide in due strisce separate da una linea in rame, e i disegni che rappresentano lo scorrere del tempo sono speculari. Io personalmente mi sono soffermata sul simbolo dell’ariete, il mio segno zodiacale, e quello che è di fronte, la bilancia, il segno di mia madre. L’ho vista decine di volte, questa cosa, ma non posso fare a meno di pensarci.

Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri
segno dell’ariete

E’ ben spiegata tutta la genesi della meridiana attraverso una documentazione sia fotografica che scritta che ci permette di apprezzarla ancor meglio. Realizzata nel 1703 da un sacerdote (Francesco Bianchini) appassionato di astrologia, ne tracciò la linea originaria.

Nella cappella di sinistra è presente un organo a canne che ogni volta definisco “palafitta”: enorme, sollevato da terra da travature e scocca in legno color ciliegio, canne enormi, e mi piacerebbe sentirlo suonare almeno una volta nella vita. Lo chiamo così perché è talmente grande che ci si potrebbe tranquillamente abitare all’interno! E’ di epoca recentissima, del 2000.

Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri

Se invece girate le spalle alla cappella dedicata alla preghiera, noterete un monumento che rende omaggio a Galileo Galilei: il prototipo del pendolo da lui ideato e realizzato per il Giubileo del 2000 dall’artista Giuseppe Gallo. Una mano fissata a una barra in perenne oscillazione il cui dito trattiene un globo terracqueo. In questa basilica è stata celebrata la prima messa in memoria di Galileo Galilei, per volre di Papa Woitila.
La basilica è stata oggetto di tanti di quei rimaneggiamenti, nel corso dei secoli (addirittura vi intervenne Vanvitelli) che non è possibile immaginare come fosse originariamente, tranne che per l’aspetto della luminosità.
Altra cosa da vedere è il sepolcro del “Duca della Vittoria“, Armando Diaz.

Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri
la pendola galileiana
Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri
sepolcro di Armando Diaz

 

 

 

 

 

 

 

 

Dove si trova: Piazza della Repubblica, Roma

Per informazioni: 06 488 0812

 

E su tra mezzo all’angeli che v’arzano su in cielo a Voi, o Maria…

“Triste dicembre 
sur core mio ce so’ calate l’ombre, 
ci ho tutto gelo intorno 
e fo pietà. 
Ma su tra mezzo all’angeli 
ne vedo volà due co’ Voi, o Maria, 
pe’ carità ridateme quell’angeli, 
Madonna mia.” 
Era il 31 Dicembre 2009. Ciao, ma’, ciao pa’…

Pubblicato da vivereebenessere

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