La figlia del Papa Caroline P Murphy

La figlia del Papa Caroline P. Murphy

La figlia del Papa Caroline P Murphy

Già dal sottotitolo appare chiaro di cosa Il libro “La figlia del Papa” di Caroline P. Murphy tratta: “Giulio II e Felice Della Rovere iniziatori del Rinascimento Romano”.

Narra perciò della vita di Felice Della Rovere (Roma, 1483, presumibilmente – 1536), figlia illegittima del Cardinale Giuliano Della Rovere (destinato a diventare Papa, assumendo il nome di Giulio II) e di Lucrezia Normanni, una delle famiglie che deteneva una certa quota di “potere”, in città.

Lucrezia  verrà sposata da un fedele maggiordomo dell’allora cardinale Giuliano (Bernardino De Cupis). Per motivi di opportunità, non era il caso che la piccola crescesse coperta di vergogna, anche se tutti sapevano, quindi il cardinale le procurò un marito, scelto con cura. Lucrezia, insieme alla figlia vivrà in serenità, mettendo al mondo altri pargoli, vivendo tutti nel palazzo di Piazza Navona che nel frattempo era stato acquistato, dal servitore del cardinale grazie alle sue stesse entrature. Siamo nel ‘500 e, per gli appartenenti a un certo “ceto sociale”, la cosa non è così comune come possa sembrare.

Già il nome scelto per la nascitura (Felice, maschile) fa capire il rapporto strettissimo che unirà le due donne. Dobbiamo necessariamente immergerci ed immedesimarci nel tempo in cui la vita di questa donna si è svolta, per capire appieno il contesto e le implicazioni, e di come, a suo modo, è stata eccezionalmente rivoluzionaria. In questo caso l’autrice considera che proprio l’esser cresciuta serena, accanto alla madre e con i fratellastri, possa aver aiutato la piccola Felice a sviluppare quella determinazione e sicurezza già insita nel suo animo a emergere, fino a diventare punto di riferimento, nell’età adulta, di regnanti, Papi, emissari di corte, artisti. Ebbe a che fare con Michelangelo, non senza scontri, per la realizzazione della tomba del padre. Se teneva d’occhio il lavoro del grande artista nella Cappella Sistina, come pure quello del Bramante e di Raffaello. Pensò anche al suo sepolcro, in età ancora giovanile, commissionando una cappella in Trinità dei Monti, ove riposano tuttora le sue spoglie.

Una figura luminosa, animata anche da un forte senso di giustizia che, come leggeremo nel libro, l’ha messa spesso in difficoltà. Ma proprio grazie alla sua natura è sempre riuscita a vincere le difficoltà, non senza sacrifici. Inevitabile, in questo senso, il paragone con la coeva Lucrezia Borgia, vittima invece delle vessazioni e delle decisioni del padre (Alessandro VI) e del fratello, Cesare.

L’autrice del libro, valente storica dell’arte, fa un ritratto avvincente di questa donna che, fin dalla più tenera età, mostra intelligenza e pragmaticità straordinarie, fino ad assumere ruoli di rilievo nella diplomazia dello Stato Pontificio, sotto diretta richiesta del padre.  A testimonianza esistono una molteplicità di documenti di cui l’autrice si è avvalsa per documentare la sua ricerca.

***STRUTTURA DEL LIBRO***

Suddiviso in 6 parti (e relativi capitoli) che contraddistinguono i vari periodi della vita e dei ruoli che man mano assume, nel mondo politico e culturale dell’epoca, il libro si legge tutto d’un fiato. Lo stile, fluido, leggero, ha fatto sì che il piacere della lettura non mi ha mai abbandonata, anzi. Ho fatto addirittura le “ore piccole”, talmente ero catturata dalle vicende narrate. Pagina dopo pagina, l’arricchimento personale è stato gratificante, tanto che spesso mi sono trovata a passeggiare, con l’immaginazione, nei luoghi descritti, gli stessi dove Felice ha vissuto, e che conosco anche io, essendo di Roma. Una Roma ben diversa, caratterizzata ancora dallo sfacelo dovuto all’abbandono e alle razzie dei barbari, ma che grazie all’azione dei papi (occorre ammetterlo) è stata letteralmente “restaurata”. E’ vero anche che per tali opere si è attinto alle rovine dell’Antica Roma: tanti, troppi marmi sono stati asportati da monumenti che invece avrebbero dovuto essere lasciati in “pace”. Ripeto sempre una frase usuale, tra noi altri: “Più dei barbari, poterono i Barberini”. Non credo occorra spiegarne il significato.

Si capisce chiaramente che l’autrice, per scrivere di Roma e delle sue vicende, ha visitato la città in modo non superficiale, e si è dedicata a ricerche approfondite. Infatti, ricche sono le citazioni di diplomatici dell’epoca (dagli emissari veneziani appartenenti all’allora Repubblica, fino a quelli della Corte degli Estensi).

**NON SI PUO’ PARLARE DI TRAMA, per un saggio biografico***

Scopriamo che, quando Giuliano era ancora cardinale, la 14enne Felice fu fatta fuggire a Savona (città d’origine della famiglia Della Rovere), a causa dell’elezione di Papa Borgia (Alessandro VI), nemico giurato di Giuliano. Qui, la ragazza stringe legami d’affari con i commercianti del luogo, che si riveleranno, in futuro, provvidenziali, e sposa un uomo, scelto per lei dalla famiglia, che morirà due anni dopo, ma che la lascerà ricca. Inoltre può godere della dote papale, e si “permette”, quindi, di rifiutare ulteriori matrimoni con uomini sempre scelti dal padre. Finita l’era Borgia, e eletto papa Giuliano, la ragazza tornerà nella sua amata Roma.

Nel frattempo le dispute, anche sanguinose, tra le potenti famiglie romane perseverano: i Colonna e gli Orsini si danno battaglia, e Giulio II decide che per mettere pace fra i contendenti era il caso di far sposare la figlia a Gian Giordano Orsini, per dare un segnale forte alle famiglie: il Papa era “imparentato” agli Orsini, da sempre vicini al Papato, e che ogni sgarbo a loro sarebbe equivalso a uno sgarbo a lui. A 23 anni, quindi, Felice capisce la grande opportunità di diventare moglie del potente Gian Giordano, di 20 anni più vecchio, e accetta. Si trasferisce nel castello di famiglia, a Bracciano, dove presto assumerà ruoli rilevanti in seno alla gestione dei possedimenti e del commercio agricolo derivante. Non solo: grazie a una donazione ricevuta dal padre, acquisterà un suo castello personale: una delle poche donne ad averne uno, all’epoca (altro evento eccezionale, per quel periodo), che gestirà in modo tale da trarre profitto anch’essa, grazie alla fiorente produzione di frumento. Il “castello di Palo”, sul mare, nella zona di Ladispoli, era di proprietà di un altro appartenente alla famiglia Orsini, Virginio. Attualmente è della famiglia Odescalchi.

Alla morte del marito Orsini sarà lei a guidare le redini della potente famiglia Orsini,  per poi lasciarle ai suoi figli. La sua lungimiranza le aveva fatto chiedere, e ottenere, nelle clausole matrimoniali, il diritto dei suoi figli maschi (ebbe anche due femmine) a succedere nel controllo dei possedimenti della famiglia, escludendo di fatto la prole che Gian Giordano aveva avuto da un’altra unione. Se con il nuovo Papa, Leone XI era un “papa amico, lo stesso non si può dire di Adriano VI.La decisione di estromettere di fatto il figlio maggiore di Gian Giordano, Napoleone, unitamente alla ascesa al soglio pontificio di Adriano VI, che non aveva alcun interesse nel coltivare i servigi di Felice (anzi, era retaggio di malcostume Vaticano, in quanto figlia illegittima di Papa), provocherà grandi problemi, tanto che per le manovre ostili di Napoleone si vedrà addirittura espropriata del Castello di Palo. Cosa succederà? Leggete il libro, e lo scoprirete. La sua è una vita avventurosa, degna dei migliori romanzi.

Oltre ai fatti puramente storici, mi preme far notare che viene ampiamente trattato anche il “lato artistico e culturale” relativo al Rinascimento, e di come Felice, continuatrice del padre in questo intento, abbia avuto un ruolo determinante nel donare un nuovo volto alla città.

**CONCLUDO**

Non mi dilungo ulteriormente, potete trovare notizie sul personaggio ovunque, in internet. Quel che mi preme, qui, è consigliarne la lettura a chi è appassionato di storia e arte, ma anche a chi non lo è: questo saggio si legge come un vero romanzo, e perciò potete cogliere una doppia opportunità, che consiste nell’apprendere, laddove non conosciate ancora Felice Della Rovere, cosa ha significato per il nostro Paese, e godere dello stile fluido, rilassante e niente affatto verboso, prolisso o, peggio ancora noioso. Vi garantisco che cattura l’attenzione, pagina dopo pagina, e vi affezionerete a questa “rivoluzionaria” (tale è, visti i tempi in cui è vissuta), vissuta all’epoca della ben più nota Lucrezia Borgia. Più nota ma molto meno importante, per quello che mi riguarda, rispetto a Felice Della Rovere. Perché? …. Leggete il libro, e lo scoprirete, amandola proprio come se si trattasse di una delle tante eroine dei romanzi storici. Solo che lei è vissuta realmente, e questo saggio ne narra la vita vera.

Mi fermo qui, con la narrazione della vita di Felice, sperando di avermi convinto a leggere questo libro, adatto anche a chi non ama leggere di storia: a costoro, dico che è avvincente come un romanzo, solo che si tratta di una persona realmente esistita! Un complimento all’autrice, quindi, è doveroso, per essere riuscita a trattare questo argomento con lievità, e con ricchezza di documenti e particolari che lo rendono davvero speciale.

**NOTE SUL LIBRO**

Interessante  la mappa di Roma risalente all’epoca descritta, che appare subito dopo l’indice, che ci permette di individuare i luoghi citati nel volume.

Sono presenti, nelle pagine finali, le ovvie note a margine, e indice analitico.

Ogni capitolo è accompagnato da una immagine, in bianco e nero, di opere pittoriche dell’epoca.

L’immagine di copertina è un quadro di Giotto, “La Messa di Bolsena” che, come l’autrice spiega nella prefazione, appartiene a un ciclo di dipinti commissionati al grande pittore proprio da Giulio II, per i suoi appartamenti vaticani.

CENNI SULL’AUTRICE

Caroline P. Murphy, classe 1969, Inglese, è attualmente professore associato di Storia dell’arte del Rinascimento nell’Università Californiana di Riverside (informazioni presenti sulla copertina del libro)

NB. Trovare informazioni in rete è stato difficile, e sono parzialmente discordi, ma ho anche notato che ha un suo profilo Facebook… che dite, sono sfacciata se le chiedo l’amicizia e mi ci faccio una chiacchierata via chat (sempre che accetti…)?

 “LA FIGLIA DEL PAPA – Giulio II e Felice Della Rovere iniziatori del Rinascimento Romano”, di Caroline P. Murphy. Pagg 381. Anno di uscita dell’edizione in mio possesso: 2007

Ed. Il Saggiatore

ISBN 9788842811725

Pubblicato da vivereebenessere

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Una risposta a “La figlia del Papa Caroline P Murphy”

  1. Davvero coinvolgente ed interessante questo libro , ma vorrei farti i complimenti, perchè lo hai arricchito (se possibile!) con la tua passione, cultura e bravura.

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