Campo de’ Fiori

Campo de' Fiori

Campo de’ Fiori è sicuramente una delle piazze più conosciute al mondo. Cosa c’è di particolare? Il palazzo Orsini. Un mercato rionale che rappresenta una tradizione secolare. La statua di Giordano Bruno. Ed è proprio di questa che vi voglio parlare.

Giordano Bruno

Chi ha possibilità, ci vada. Si metta sotto alla statua, guardandola in faccia. Ne Osservi l’espressione. Con quello sguardo cupo, accusatorio, ma non cattivo, ne’ tanto meno vendicativo. Addolorato, sconcertato, perplesso. Guarda verso il Vaticano. Qui, il 17 febbraio 1600, proprio nella Piazza, il frate nolano fu bruciato vivo per eresia.

La statua, realizzata nel 1888 dallo scultore Ettore Ferrari (massone), fu ad egli commissionata dal Governo Italiano in rotta totale con il Vaticano. La posizione della statua fu accuratamente scelta, proprio perché Giordano Bruno guardasse in eterno, e con quello sguardo, verso Lo Stato Pontificio. Vi garantisco i brividi, se vi metterete sotto di lui e lo guarderete negli occhi.

Il bronzo col quale è realizzata è ormai quasi completamente ossidato, conferendo all’espressione ulteriore profondità, quasi che la Natura abbia voluto contribuire in modo straordinario, visti i risultati, ad ottenerla. Le mani incrociate, che sembrano essere legate da ceppi,  sorreggono il suo libro, chiuso.

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Per chi non ricordasse, Giordano Bruno era un frate domenicano, condannato per posizioni filosofiche e religiose contrarie ai dogmi cattolici. Chi volesse approfondire può facilmente accedere a numerose fonti, sia on line che su libri dedicati.

La statua è montata su pilastro con degli scalini, sede di bivacchi di vario genere. Sedersi va bene, ma vedere orde di turisti mangiare e buttare a terra cartacce non è proprio gradevole. Sono gli stessi che, a casa loro, se ti azzardi a fare il solo gesto, ti redarguiscono a male parole. Ma in Italia, si sa, si accetta qualsiasi cosa.

A Bruno il secolo da lui divinato, qui dove il rogo arse

La dedica del filosofo Giovanni Bovio (altro massone), incisa su una delle pareti del pilastro: “A Bruno il secolo da lui divinato, qui dove il rogo arse”. Significa che l’Ottocento dedica la statua (e il pensiero) al filosofo che prediceva, appunto, la caduta del Potere temporale.

Evito di addentrami in questioni legate alla Massoneria … lasciamo stare, non è proprio la sede. Dico solo che sarebbe auspicabile che certe “correnti di pensiero”, da ovunque esse provengano, lascino in pace i martiri invece di usarli per giustificare ciò che promulgano. Soprattutto quando si tratta di potentati che vogliono incidere nel tessuto già decisamente provato dell’economia e della politica per tutelare i loro stessi interessi, a scapito di chi sta pensando ai suoi. In sintesi: ognuno pensa a se stesso e ai suoi “amici”, e al cittadino nessuno di costoro. Però… la statua è proprio bella, nella sua tragicità.

La piazza

Bar, pub, ristoranti, paninerie e chi più ne ha più ne metta) sono praticamente la totalità dei locali presenti sulla piazza quadrangolare. Al centro ci sono i banchi del mercato che, ormai, presenta anche mercanzia non proprio in linea con la tradizione: cineserie, oggetti di varia importazione, banchi di cianfrusaglie si mescolano a quelli più tradizionali di formaggi e verdure e, naturalmente, fiori.

Tornando ai locali, questi sono spesso oggetto di critiche da parte degli sfortunati residenti che continuamente sporgono denunce per schiamazzi e danneggiamenti ad opera dei frequentatori non proprio civili. Ubriachi da tutto il mondo bivaccano sulla piazza, a tutte le ore. Frequenti gli scontri fra opposte tifoserie internazionali,  ogni volta che una delle due squadre della capitale ospita un incontro di calcio con squadre straniere. Accoltellamenti, risse e devastazioni del locale che sfortunatamente in quel momento ospita un gruppo di tifosi stranieri sono frequentissimi. Non andateci, se una partita di calcio è in programma. Dove sono le forze dell’ordine, in questi casi? Boh. Eppure lo sanno che succede.

La piazza senza chiesa

Un’altra particolarità della piazza è quella di non accogliere una chiesa. A Roma abbiamo un modo di dire: “Andare a cercare Maria per Roma”. Da quello che risulta, Roma è la città con il maggior numero di chiese dedicate alla Madonna. Cercare quindi “Maria per Roma” equivale a cercare il famoso ago nel pagliaio. Ecco, se cercate una Maria, saltate pure Campo De’ Fiori, che qui non c’è.

Fino al tardo Medioevo qui non c’era altro che un campo coltivato a orto. Fu Papa Callisto III che decise di lastricare l’area e ciò dette vita ad un più ampio progetto edilizio posto in essere dalle potenti famiglie dell’epoca, primi fra tutti gli Orsini, il cui palazzo qui si trova (è proprio di fronte allo sguardo di Giordano Bruno). Successivamente, nei secoli, la piazza fu usata proprio per le esecuzioni.

La fontana della terrina

Un altro monumento la cui storia è quantomeno curiosa è la “Fontana della terrina”, progettata da Giacomo Della Porta sotto richiesta di papa Gregorio XIII. Fu spostata perché essendo la piazza sotto il livello del mare, l’allora fonte che la serviva non aveva sufficiente pressione col risultato che la fontana era sempre asciutta. Rimessa dov’era, diventò una specie di pattumiera, tanto che il Papa emise un’ordinanza restrittiva contro i trasgressori. A tal proposito, è facile vedere, passeggiando per Roma, tante antiche targhe in marmo fissate tra i mattoni che richiamano a comportamenti consoni.

Fu tolta per posizionare al suo posto la statua di Giordano Bruno. Fu ricollocata in epoca fascista, ma non nella sede originale: si trova, infatti, in “piazza della Chiesa Nuova”. Quella che vediamo a Campo de Fiori è una copia. Consiste in una vasca ovale sulla quale è stata posta la copia della terrina che, però, è senza il coperchio che Giacomo Della Porta aveva realizzato per l’originale. Il nome “terrina” è stato dato dai romani proprio per la forma.

Palazzo Orsini

In origine (parliamo di Roma Antica) pare che nello spazio occupato da palazzo Orsini  sorgesse un antico tempio dedicato a Venere vincitrice. Una leggenda vuole che il nome della piazza derivi dall’amata del generale Pompeo, tal Flora. Pompeo fu colui che volle tale tempio, e realizzò anche un teatro per celebrare le vittorie ottenute nelle campagne di guerra.

A Bruno, il secolo da lui divinato, qui dove il rogo arse

Pubblicato da vivereebenessere

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