Civiltà del Rinascimento in Italia Burckhardt

Civiltà del Rinascimento in Italia Burckhardt

Civiltà del Rinascimento in Italia Burckhardt

E’ stato difficile riuscire a terminare questo libro, considerato una pietra miliare ma, anche, ferocemente criticato dai suoi contemporanei.
Burckhardt era uno storico svizzero, critico dell’Arte e studioso di filosofia e teologia. Questo libro, la sua più grande opera, tratta in forma di saggio del Rinascimento Italiano su tutta la penisola, su come è avvenuto e sui prodromi che ve l’hanno condotta. Parte con una trattazione del periodo immediatamente precedente, ossia medievale, che alla lettura risulta però frammentario e, a mio modesto parere, non sufficientemente approfondito nei suoi lati migliori. Lo studioso prende a modello solo i lati deteriori dei “Signori” che, dipinti come abili strateghi senza morale, dei puri e semplici usurpatori che si sono “rubati” fra loro stessi gli Stati. 

Vi ho trovato troppo moralismo, e francamente leggere che la differenza fra i “nostri” Signorotti lestofanti, arrivisti, senza retaggio e senza scrupoli e i “Principi del Nord”, come Burckhardt definisce Francesi, Inglesi, Tedeschi, mi ha alquanto irritato. E’ come se lo storico di Basilea avesse in qualche modo da “ridire” sul fatto che, machiavellicamente, Gli Sforza, i Medici, descritti come personaggi spregevoli e non meritevoli di alcuna lode avessero tolto qualcosa ai “nordici” che invece, fra le righe, vengono dipinti come integerrimi. Solo per la Repubblica di Venezia usa una certa bonomia, assolvendo parzialmente i fatti e i personaggi che l’hanno vista e fatta protagonista. Se proprio la si voleva dire tutta, allora occorreva puntualizzare che anche i Dogi hanno avuto atteggiamenti come dire, da usurpatori. Lo dice la Storia, certamente non io. 


Il suo concetto di liberalità

Per esempio, afferma che la liberalità dei i Principi del Nord si restringe ai soli cavalieri, cioè alla nobiltà che realmente “serviva” al principe per rimanere al potere, senza spiegare il perché, contrapponendo la liberalità dei nuovi signori italiani non come nuova esigenza, ma solo come un modo “pernicioso” e furbesco di accaparrarsi i consensi di più ampie fasce di popolazione, anche e soprattutto del “volgo”, dando a questo evento non un carattere di novità positiva che avrebbe condotto a profonde rivoluzioni sociali e culturali, ma solo diretta a colmare “la voglia” di questi tiranni assetati di gloria, di nobiltà (discute sulle loro origini, non nobili) e monumenti a memoria della loro effimera (tale la giudica) grandezza. In pratica dei parvenu, arricchiti. 

Insomma, siamo alle solite. La Storia va raccontata in modo da non apparire “di parte” e invece leggendo questo libro ho percepito quanto “partigiano” sia stato il buon Jacob che, oltretutto, da protestante quale era, non perse occasione per lanciare strali contro lo Stato Pontificio. Sia chiaro, sappiamo bene che non sono state tutte rose e fiori, anzi. Ma un saggio che vuole trattare di Arte, e rinascita della stessa, deve tenere assolutamente presente quanto questi nostri “Signori” abbiano contribuito alla stessa, promuovendo e tutelando artisti che, ora lo dico, TUTTO il mondo ci invidia! E’ questo il motivo delle feroci critiche del mondo accademico. Uno per tutti, Benedetto Croce. 

Il libro, critica


Il libro è, in sostanza, scritto in modo tale da non avere un quadro organico degli avvenimenti cronologici, e di come gli stessi si legano fra loro. Salta dai capitoli iniziali dedicati alla fine del Medioevo all’epoca rinascimentale senza darci modo di comprendere fino in fondo i motivi che qui hanno portato.

E’ disorganizzato, ed è come se fosse (e forse lo è) destinato SOLO ed esclusivamente a chi conosce profondamente la Storia di quel periodo, permettendo quindi un approfondimento ulteriore a temi già noti. Un testo per “iniziati” alla materia, quindi, e non certamente destinato a chi ne è a digiuno. Si rischierebbe di avere un quadro distorto della realtà del periodo che qui è delineata in modo molto personale, e nonostante quindi Burckhardt definisca il Rinascimento italiano come un fiore sbocciato in mezzo alla melma.

Apprezza l’Arte, ma non chi l’ha promossa. Se saggio sull’Arte doveva essere, mi pare di poter dire che, per certi versi, l’autore sia spesso andato fuori tema

Lo consiglio? Si, ma solo a chi conosce la Storia ed è in grado quindi di “criticare” quest’opera. Il linguaggio è quello di metà ‘800, infarcito di termini desueti. Inoltre le esclamazioni, i salti da un personaggio all’alto e da un evento all’altro rendono la lettura alquanto difficoltosa. Ho faticato a terminarlo, nonostante io sia avvezza a un siffatto modo espressivo.

Alcuni lo definiscono complesso, e tale è, ma spicca indiscutibilmente la volontà dello studioso di, in qualche modo, “ridimensionare” il periodo a qualcosa che ha soltanto lasciato, di bello, monumenti e quadri. Il resto non conta. Non conta la voglia di affrancarsi dallo “straniero”, la voglia di unità linguistica che porterà a una futura unità politica del nostro Paese. Anzi, forse conta, vista l’epoca in cui questo saggio fu scritto e pubblicato: nel 1860, in pieno Risorgimento. A tale scopo ricordo un passaggio dell’Inno di Mameli, scritto nel 1848: 

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò. 

Detto in modo familiare, secondo me il buon Jaboc ha rosicato, e pure parecchio!


Jacob Burckhardt

Civiltà del Rinascimento in Italia Burckhardt

Nasce a Basilea nel 1818, dove muore nel 1897. Figlio di un pastore protestante, è ritenuto uno dei massimi storici della sua epoca. E’ proprio il padre che lo indirizza verso studi umanistici.
Critico all’eccesso verso il suo secolo, dirige il suo interesse (e il suo ideale) verso il mondo Classico, ritenendolo modello da prendere ad esempio. Fu spesso in Italia per motivi di studio e si appassionò al Rinascimento, dando quindi vita a questa opera che, però, all’epoca non ebbe successo. In tempi relativamente recenti si è tentata una rivalutazione della stessa, pur con tutti i limiti da me umilmente evidenziati e che, a quanto pare, mi trovano d’accordo con quanto affermato da illustri studiosi. 

Scheda del libro

La civiltà del Rinascimento in Italia – ed. integrale
Autore: Jacob Burckhardt
Editore: Newton & Compton (collana “I grandi tascabili economici”)
Ultima ristampa: 2010 

Nr pagine 416
EAN 9788854119178
Prezzo di copertina: 7 Euro

Pubblicato da vivereebenessere

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Una risposta a “Civiltà del Rinascimento in Italia Burckhardt”

  1. Molto interessante, non mi stancherò mai di dire quanto sei brava. Una analisi personale e dettagliata che evidenzia tutte le sfumature del libro … insomma è una recensione da professionista! Grazie ciao 😀

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