Foro Palatino

Foro Palatino

 

**PERCHE’ VISITARE QUESTA AREA**

Foro palatino

Perché potrete ammirare l’arco di Tito, la basilica di Massenzio, le rovine del tempio di Saturno, la casa delle vestali. 

La Roma repubblicana, cui si sovrappone quella imperiale,  quella medievale, dopo la caduta dell’impero (475 d.C.) con l’edificazione di basiliche cristiane, o la conversione di quelle pagane e anche la Roma Rinascimentale, con i segni della devastazione operata dalle famiglie “nobili” che si sono accaparrate marmi e quant’altro per adornare i loro palazzi.

Foro palatino

Il tutto raccolto in un’area enorme per la quale consiglio, prima di tutto, scarpe comode, acqua al seguito (o anche una bottiglia da ricaricare perché troverete fontanelle lungo i percorsi) e un bel po’ di tempo a disposizione per girare in santa pace. A me personalmente non sono state sufficienti 5 ore, infatti l’ultimo tratto l’ho percorso piuttosto velocemente. Portarsi anche, eventualmente, il pranzo al sacco, ma evitiamo di bivaccare seduti sui monumenti (ho visto una torma di turisti stranieri organizzare una sorta di picnic proprio nell’area del tempio di Saturno). Nel parco ci sono aree più adeguate a tale scopo, con tanto di prati e panchine e ombra a volontà fornita da pini secolari.

Foro palatino

Le prime costruzioni risalgono al VII secolo a.C. Da quello che ho appreso, questa valle “palatina” era in origine caratterizzata dalla presenza di paludi, sottoposte a interventi di bonifica. Il nucleo primitivo è stato man mano esteso sulle pendici del Colle Palatino. Affacciandoci dalla parte prospiciente il Colle Aventino, possiamo ammirare, al di sotto,  il Circo Massimo e, volgendo lo sguardo a destra, il fiume Tevere. Dall’altra parte arriva fin sotto le pendici del Campidoglio (area della cosiddetta via Sacra).

Alcuni tratti sono su terra battuta, su altri camminerete sugli antichi lastrici romani. E’, per certi versi, scomodo, ma è altrettanto emozionante, almeno per me, posare i piedi su quelle pietre. Il mio legame con la città è fortissimo, indissolubile, e il senso di appartenenza, le radici comuni, mi fanno sentire orgogliosa di ciò che gli antichi Romani hanno lasciato a noi altri.

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La quantità di monumenti, unitamente al museo, è enorme ed elencare e descrivere tutto è impossibile ma, oltre quelli citati, segnalo gli “Orti Farnesiani”, area ottenuta dalla famiglia Farnese dove si ammira una meravigliosa fontana e il tempio del “Divo Giulio” voluto da Ottaviano Augusto per celebrare Giulio Cesare. Considerate che ancora oggi la gente vi depone dei fiori.

Foro palatino
Sepolcro di Caio Giulio Cesare

E poi, i resti del tempio di Saturno e quelli dedicati a Castore e Polluce: “solo” delle colonne, ma è impossibile non rimanere a bocca aperta vedendo quanto sono grandi e imponenti. Proviamo a immaginare come poteva essere originariamente, prima che barbari (e Barberini) devastassero tutto. Pezzi di marmi e pietre, infatti, sono state usate nel corso dei secoli per edificare chiese e palazzi dei nuovi “signori”. Si dice, infatti: “più dei barbari poterono i Barberini”.

Foro palatino

Munitevi di piantina, la trovate in uno degli ingressi all’area (si accede da via di San Gregorio e da Largo Salara Vecchia). Un altro consiglio è di consultare gli orari di ingresso, variabili secondo le stagioni e, se potete, di prenotare la visita on line, così da saltare le lunghe file che sempre si formano.

Le scoperte archeologiche e storiche sono continue: pochi anni fa è stata trovata una grotta proprio sotto il palazzo di Augusto (2007). Si suppone sia il leggendario Lupercale, cioè l’antro dove la leggenda dice che Romolo e Remo furono allattati dalla “lupa”(la contadina Acca Larentia). Non è visitabile, purtroppo, dato che i lavori stanno andando avanti per portarla alla luce e verificare. Attualmente, attraverso delle telecamere, sono stati visti dei mosaici e il simbolo dell’aquila imperiale, sulla volta e sulle pareti.

Un’annotazione: la chiesa di Santa Francesca Romana, visitabile dall’esterno dell’area, è assolutamente da non perdere.

Pubblicato da vivereebenessere

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